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Tiene davanti ai giudici del tribunale della Libertà di Bologna l'associazione mafiosa nei confronti di alcuni degli arrestati nell'inchiesta 'Signal' della Dda di Bologna (Pm Roberto Ceroni) su un gruppo di nigeriani operante su Ferrara. "Va tenuto conto in punto di pericolosita' permanente degli indagati che l'attività del gruppo criminale accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e' piu' che attuale, non 'risalente nel tempo'" e questo "consente ampiamente di attualizzare lo stato di pericolosita' dei ricorrenti e l'applicazione della custodia cautelare in carcere", scrive il collegio (Santucci, Margiocco, Melloni), rigettando i ricorsi contro l'ordinanza di ottobre, quando la squadra mobile aveva arrestato 31 persone tra Ferrara, Padova, Parma e Torino, legate al clan nigeriani dei Vikings-Arobaga. Tra i motivi spiegati dai giudici nell'atto di 20 pagine, l'esistenza della piramide mafiosa, gerarchica, con ruoli ben definiti, regole e comportamenti ritenuti mafiosi, versamenti di denaro al clan e aiuti economici agli arrestati e soprattutto l'uso della violenza e dell'intimidazione sullo sfondo di un traffico di droga dal Nord Europa al Nord Italia. Uno dei tanti casi di violenza citati, riportato dalla Nuova Ferrara - quello che riguarda Boogye Dj, Emmanuel Okenwa, ritenuto il capo degli Arobaga a Ferrara che prima di finire in carcere, intercettato, ordinava l'omicidio del rivale del clan nigeriano a Ferrara degli Eye, Stephen Oboh, detto Rasta, sopravvissuto ad un agguato con machete a luglio 2018: "Il 26 di questo mese (maggio 2019, ndr) farò del male a Stephen, verranno tanti German (fratelli, affiliati, ndr) e ci sarà anche Gbidy (un altro capo, ndr)... lo manderò al cimitero: non sarò piu' Boogye il capo degli Arobaga se non gli faro' del male, devo ammazzarlo”.

Foto © Imagoeconomica

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