"Il rischio finale di questa riforma è il progressivo controllo politico dell'azione penale"
Al parere approvato oggi durante un plenum straordinario del Csm riguardo il documento proposto dalla Sesta Commissione nel quale è stato recepito un emendamento diretto a esplicitare la necessità di prevedere che le notizie di reato di competenza Eppo siano in ogni caso comunicate al pm nazionale competente per territorio, Sebastiano Ardita ha espresso voto favorevole. Il consigliere togato ha illustrato le ragioni del suo voto sottolineando gli aspetti più problematici, tra cui, sotto il profilo processuale, quello che riguarda i destinatari della denuncia, che sembra tenere fuori il procuratore della Repubblica dalle informative destinate ad Eppo nonché il pericolo di possibili contrasti di competenza visto il carattere non tassativo della competenza di Eppo. "Più in generale e guardando all'impianto nel suo complesso - ha affermato Ardita - esiste il pericolo dell'ingresso dalla finestra di quello che noi in Italia non abbiamo mai fatto entrare dalla porta: centralizzazione, gerarchizzazione e subordinazione dei pm. Attraverso il sistema della doppia competenza vi è la possibilità di avocare alla procura europea anche comportamenti di reato appartenenti alla criminalità economica e mafiosa. Si rischia di trasferire su un organo incardinato dentro un rapporto di fiducia politica, una materia delicatissima. E la materia di competenza Eppo non può che crescere, sia per via interpretativa sia per via di ulteriori scelte politiche eurounitarie. Il rischio finale di questa riforma è il progressivo controllo politico dell'azione penale". Tra i voti a favore del parere quello del togato di AreaDg Giuseppe Cascini, pur condividendo le criticità espresse: "Questo modello - ha osservato - va bene per paesi nei quali il pubblico ministero non fa parte dello stesso ordine giudiziario dei magistrati giudicanti, dipende dal potere esecutivo, non è organizzato in maniera diffusa sul territorio. Ma non va bene per noi. Difficile fare proposte oggi alla vigilia dell'avvio delle attività di Eppo ma penso che l'Italia dovrebbe rinegoziare gli accordi e proporre soluzioni che siano più compatibili con il nostro modello ordinamentale”.
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