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Avrà una nuova appendice, in secondo grado, il processo scaturito dall'operazione antimafia "Kyterion" contro il clan di Cutro e i gruppi alleati di Isola Capo Rizzuto del gennaio del 2015 in concomitanza con il blitz di “Aemilia”. La Corte d'Appello di Catanzaro sarà chiamata nuovamente a pronunciarsi ed a rideterminare le condanne dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha visto annullate quattro condanne e un’assoluzione.
Ieri sera i giudici ermellini si sono espressi sui ricorsi degli avvocati difensori e della Procura generale di Catanzaro, rispetto alle posizioni di 11 imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Rispetto alla sentenza di secondo grado del novembre 2019, la Cassazione ha annullato con rinvio l'assoluzione dell'Imprenditore Salvatore Scarpino che dovrà essere nuovamente processato in Appello. Così come Leonardo e Albano Mannolo, Domenico Riillo (condannato in secondo grado a 16 anni di reclusione) e Vito Martino (condannato sempre in secondo grado a 15 anni). Sia Riillo che Martino saranno nuovamente processati in Appello, ma per la rideterminazione delle pene essendo state cessate solo le accuse relative alle armi. Lo stesso sarà per Albano MannoIo (Cutro, 48 anni) e Leonardo Mannolo (Cutro, 31 anni), condannati entrambi a 7 anni in secondo grado ed ambedue rinviati di nuovo davanti ai giudici di un'altra sezione della Corte d'Appello di Catanzaro. La Suprema Corte ha poi confermato l'assoluzione dell'avvocato Rocco Corda, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e del dipendente comunale di Cutro Alfonso Salerno che doveva rispondere dello stesso reato. La Cassazione ha respinto nel loro caso il ricorso della Procura generale che è stato invece accolto per quel che riguarda I’assoluzione dell'imprenditore Salvatore Scarpino. Confermate ancore dagli "ermellini”, che hanno gettato i loro ricorsi contro la sentenza di secondo grado, le condanne a 8 anni di reclusione ciascuno per Antonio, Carmine e Giuseppe Riillo, tutti di Isola Capo Rizzuto. Ribadita inoltre dalla Supreme Corte di Cassazione la sentenza di appello per quel che riguarda Santo Maesano (di Isola Capo Rizzuto, 60 anni), condannato il 18 novembre del 2019 dai giudici del secondo grado a 12 anni. Associazione mafiosa, estorsioni, danneggiamenti, tentate estorsioni, armi, usura. Questi i capi d'imputazione che delineavano il 'puzzle' delle accuse contestate a vario titolo ai cutresi legati ai Grande Aracri e ai Riillo di isola Capo Rizzuto, ai quali la Dda addossava anche una serie di episodi estorsivi ai danni dei villaggi della costa. In primo grado erano stati inflitti in totale oltre 116 anni di detenzione agli undici imputati accusati di associazione mafiosa, estorsioni, danneggiamenti, tentate estorsioni, armi, usura.

Fonte: Gazzetta del Sud

Foto © Imagoeconomica

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