“Bisogna recuperare credibilità”
Giuseppe Santalucia, rappresentante del gruppo delle toghe progressiste di Area democratica per la Giustizia, è stato eletto nuovo presidente dell'Associazione nazionale magistrati. A nominarlo è stato il 'parlamentino' del sindacato delle toghe, con 30 voti su un totale di 36. L'elezione di Santalucia - giudice in Cassazione, esponente di Magistratura democratica, in passato capo dell'ufficio legislativo di via Arenula con Andrea Orlando ministro della Giustizia - arriva dopo le 'fumate nere' registrate nelle scorse settimane. A sostegno della sua elezione oltre al gruppo di Area, si erano detti quelli di Unicost e di Magistratura Indipendente-Movimento per la Costituzione, mentre avevano espresso contrarietà esponenti di 'Articolo 101'. Oltre alle 30 preferenze per Santalucia, 4 voti sono stati per il presidente uscente Poniz, che questa mattina aveva ritirato la sua candidatura, e due le schede bianche. Ora si dovrà procedere con l'elezione degli altri membri della Giunta. Santalucia, nato a Catania nel 1964, è in magistratura dal 1989: è stato pm a Patti e a Messina, poi gip a Reggio Calabria. Nella sua carriera in toga ha passato anche periodi fuori ruolo, come magistrato dell'ufficio studi del Csm e, dall'agosto 2013 al febbraio 2018, come vicecapo prima, e capo poi, dell'ufficio legislativo del ministero. In Cassazione, Santalucia è stato addetto al Massimario e dal 2012 è consigliere alla prima sezione penale. "Bisogna guardare in avanti e recuperare tutti credibilità. Non coprire ciò che è stato, ma ricostruire il tessuto etico”, sono state le parole del nuovo presidente dell'Anm parlando al direttivo del sindacato delle toghe subito dopo la sua elezione, toccando il tema della questione morale dopo i fatti emersi dagli atti dell'inchiesta di Perugia sull'ex magistrato - ed ex presidente dell'Anm - Luca Palamara.
Giuseppe Santalucia ha affermato di sentire "il peso della responsabilità assumendo la presidenza in un momento difficile per la magistratura per le recenti vicende e per la pandemia in atto" e ha ribadito la "centralità del comitato direttivo centrale, di cui la giunta eserciterà la volontà". Santalucia, dunque, ha parlato di "pluralismo" e di "unità di intenti": il programma che intende seguire, ha spiegato, è quello messo a punto due settimane fa nel tavolo tecnico costituito appositamente. "Non è un programma al ribasso - ha detto - ma di mediazione. Mediazione non ha un'accezione negativa, ma mediazione e compromesso sono ciò che consente di camminare insieme".
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