Anche l'Anm interviene, esprimendo il proprio disappunto, per la sentenza del tribunale tedesco di Francoforte che nei giorni scorsi ha respinto il ricorso volto ad inibire l'uso del nome 'Falcone&Borsellino' nell'insegna di un ristorante. Una sentenza motivata con parole assurde, cioè ritenendo che la tutela della reputazione di Giovanni Falcone "a causa del passare del tempo e dello sbiadimento della memoria del defunto... non può più essere garantita, dovendosi anche tener conto del fatto che l'opera di Giovanni Falcone si svolse principalmente in Italia".
"Sono affermazioni che disorientano e offendono la memoria di Giovanni Falcone, - si legge in una nota - svilendo il senso esemplare di un impegno impareggiabile per l'affermazione dei valori fondamentali di ogni società democratica. Il contrasto della criminalità mafiosa, per cui Falcone e Borsellino hanno dato la vita, è tema di grande attualità, e nel ricordo di quei grandi magistrati si rinnova e si rafforza l'adesione ai principi di democrazia, giustizia e libertà, patrimonio comune dell'Europa dei diritti e delle libertà".
"L'esperienza professionale di Giovanni Falcone, condivisa in unità di intenti e di azione da Paolo Borsellino, le loro brillanti intuizioni su nuovi metodi investigativi e la consapevolezza della dimensione globale del fenomeno mafioso - continua la nota - hanno contribuito a formare parti importanti della normativa sovranazionale sul contrasto alle forme più gravi della criminalità che costituisce un tassello fondamentale della costruzione dello spazio giudiziario europeo". "Falcone e Borsellino sono un capitolo della storia comune del nostro tempo, che oltrepassa i confini nazionali e che non tollera considerazioni, specie di organi giudiziari, non sostenute da questa necessaria consapevolezza. La memoria è dovere civico e impegno culturale di tutte le Istituzioni dell'Unione per l'affermazione, senza cedimenti, dei valori comuni in cui crediamo", conclude la nota.
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