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Una nuova polemica è sorta questa mattina sul nuovo bando per la copertura di 3 posti da magistrato segretario. A differenza del passato e nell'ottica di garantire una maggiore trasparenza stavolta i candidati saranno ascoltati su argomenti sorteggiati a sorpresa. Il tutto in attesa che si riscrivano le regole per arrivare, come ha spiegato il relatore - il laico della Lega Stefano Cavanna - a "una vera e propria procedura selettiva con prova scritta anonima". Un passo però giudicato insufficiente dai togati Sebastiano Ardita (Autonomia e Indipendenza) e Nino Di Matteo, che hanno votato contro (mentre i sì sono stati 19 e 3 le astensioni), ritenendo che così non si incrini "la cooptazione" da parte delle correnti dei magistrati segretari. "Dobbiamo fare svolgere questo ruolo a magistrati indipendenti dalle correnti - ha detto Ardita - E soprattutto dobbiamo consentire a tutti i magistrati che lo vogliano di potere svolgere questo ruolo, anche a prescindere dalla appartenenza a correnti se è vero che vogliano arginarne l'influenza". Per questo "occorre un concorso che attesti la idoneità a svolgere il ruolo di magistrato segretario e poi si formi una graduatoria a scorrimento da cui attingere". Disappunto e delusione per "non aver dato corso all'auspicato cambiamento della procedura di selezione introducendo una prova scritta anonima, unico modo per assicurare l'assoluta trasparenza delle nomine fuori dalle logiche di appartenenza" sono stati espressi da Giuseppe Marra (Autonomia e Indipendenza). Marra alla fine si è astenuto - con Ilaria Pepe del suo stesso gruppo e con Alessio Lanzi di Forza Italia - per senso di responsabilità "vista la necessità di dotare il Csm al più presto di tre magistrati segretari per garantirne il migliore funzionamento". Anche per Lanzi la delibera votata "non risolve il problema perché non dà garanzie di scelte di puro merito, svincolate da criteri di appartenenza".

Fonte: Ansa

Foto © Imagoeconomica

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