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Assolto il figlio di Marcatajo e un ingegnere

La terza sezione della Corte d'Appello di Palermo ha ridotto le pene a sei degli otto imputati del processo per il riciclaggio dei beni della famiglia mafiosa Galatolo dell'Acquasanta.
Secondo l'accusa i mafiosi avrebbero sponsorizzato gli imprenditori per realizzare decine di appartamenti ed il clan avrebbe potuto contare sull'appoggio di una figura di peso, l'avvocato Marcello Marcatajo, deceduto il 22 aprile 2016, che si occupava di tutte le questioni legali degli affari, ma che avrebbe garantito operazioni immobiliari ed affari di rilievo per imprenditori e referenti mafiosi.
Ieri i giudici del collegio presieduto da Antonio Napoli hanno assolto il figlio del legale, Giorgio Marcatajo, che in primo grado aveva avuto 2 anni e 10 mesi, e l'ingegnere Francesco Cuccio (5 anni e 6 mesi), accusato di riciclaggio.
Gli sconti di pena sono stati concessi invece ad alcuni degli appartenenti alla famiglia dei costruttori Graziano, secondo gli inquirenti legata ai Galatolo: si tratta di Angelo Graziano, oggi condannato a 4 anni e mezzo, contro i 6 del primo grado; il fratello Francesco Graziano 10 anni e 11 mesi (14 anni e 2 mesi in tribunale); il boss Vincenzo Graziano, padre degli altri due, accusato in questo caso solo di avere intestato una serie di beni ad alcuni prestanome, ha avuto 3 anni e 9 mesi (4 anni e 2 mesi).
Poi Giuseppe e Ignazio Messeri, padre e figlio: 2 anni e 3 mesi ciascuno (2 anni e 9 mesi) e infine Maria Virginia Inserillo, moglie di Francesco Graziano e nuora di Vincenzo Graziano, un anno e 2 mesi (in primo grado aveva avuto un anno e 6 mesi).
Francesco Graziano è stato condannato anche al risarcimento danni nei confronti dell'imprenditore di Alcamo Salvatore Di Leonardo che aveva subito un'estorsione. Ugualmente risarcita anche l'associazione antiracket di Alcamo.
Caduta nel processo di appello, per molti reati, l'aggravante di avere agevolato Cosa nostra.

Foto © Imagoeconomica

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