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La deputata di Italia Viva fu coinvolta in inchiesta su boss di Sciacca

Su decisione del gup di Palermo è stata rinviata a giudizio con l'accusa di falso la deputata di Italia viva, ex LeU, Giusy Occhionero. Secondo quanto emerse nelle indagini degli inquirenti la parlamentare avrebbe fatto passare Antonello Nicosia, poi arrestato per mafia, e allora conosciuto solo telefonicamente, per suo assistente, consentendogli di entrare con lei nelle carceri in maniera più agevolata e con meno controlli (tra le prerogative di un parlamentare della Repubblica c'è anche quella di potere effettuare accessi nelle carceri senza alcun preavviso) ed incontrare i boss.
Grazie a questo espediente Nicosia - già direttore dell'Osservatorio internazionale dei diritti umani, ed eletto nel comitato nazionale del XVII congresso dei Radicali italiani - secondo i pubblici ministeri avrebbe veicolato all'esterno messaggi provenienti da mafiosi detenuti nei penitenziari sparsi nella Penisola.
Quando fu sentita dai magistrati come persona informata sui fatti, nel novembre 2019 la stessa Occhionero aveva detto di non aver avuto contezza della doppia personalità del soggetto formalmente paladino dei diritti dei carcerati, di "avere sbagliato" ad essersi "fidata", rivelando anche di avere stipulato un contratto da gennaio 2019 col compenso di 50 euro al mese in favore di Nicosia e poi risolto.
Nei successivi riscontri investigativi - e da qui il reato contestato - emerse che il 21 dicembre, dopo ha avuto con Nicosia solo contatti telefonici, Occhionero arrivò a Palermo e incontrò l'esponente radicale con cui andò immediatamente a fare una ispezione al carcere Pagliarelli. All'ingresso dichiarò che Nicosia era un suo collaboratore: circostanza, hanno accertato i pm anche attraverso indagini alla Camera, falsa. All'epoca, infatti nessun rapporto di lavoro era stato formalizzato. Il giorno successivo i due si recarono, con le stesse modalità, a fare delle visite nelle carceri di Agrigento e Sciacca.
Solo dopo le tre ispezioni negli istituti di pena siciliani, i due avrebbero formalizzato il rapporto di collaborazione. Nicosia, coimputato della Occhionero accusato di concorso in falso aggravato e associazione mafiosa, ha scelto il rito abbreviato, come il boss di Sciacca Accursio Dimino e Paolo e Luigi Ciaccio, che rispondono di favoreggiamento. Rinviato a giudizio, come Occhionero, Massimiliano Mandracchia, anche lui imputato di favoreggiamento.

Foto © Imagoeconomica

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