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Roma. "Lasciamo ai colleghi l'interpretazione dei criteri attitudinali specifici per gli uffici requirenti di medie dimensioni indicati dall'articolo 17 del Testo Unico sulla Dirigenza, che a noi sembravano inequivoci nell'indicare la prevalenza del dottor Masini sotto tutti i profili". Lo affermano i togati del gruppo di Autonomia&Indipendenza Piercamillo Davigo, Sebastiano Ardita, Giuseppe Marra e Ilaria Pepe, tornando sulla nomina di Raffaele Cantone alla guida della procura di Perugia. "E' stato nominato procuratore di Perugia - osservano i 4 togati in una nota - un magistrato che non svolge funzioni requirenti dal 2007, con un passaggio sostanzialmente diretto da un importante incarico fuori ruolo di nomina politica all'incarico direttivo. Hanno votato a favore tutti i consiglieri di Area e tutti i componenti laici. Si sono astenuti i consiglieri di Unicost. L'altra proposta, in favore di un magistrato, il dottor Luca Masini, con 27 anni di esperienza nelle funzioni requirenti in diverse procure, con incarichi semidirettivi positivamente svolti e con la positiva esperienza come facente funzioni in un'importante procura distrettuale, è stata sostenuta da noi, dai consiglieri di MI e dal consigliere Di Matteo".
Alla luce di ciò, "nell'attesa, ormai decisamente lunga, di una proposta della Quinta Commissione per la modifica del Testo Unico della Dirigenza e in una situazione che a nostro avviso non vede sempre ugualmente valorizzata l'esperienza professionale acquisita nell'esercizio delle funzioni, dobbiamo augurarci - scrivono i consiglieri di A&I - che quanto prima veda la luce una riforma legislativa che ponga fermi limiti alla discrezionalità del Consiglio e imponga un congruo periodo di rientro nelle pregresse funzioni per il magistrato proveniente dal fuori ruolo o dal Csm prima di poter proporre domanda per incarichi direttivi e semidirettivi, che, a parole, anche adesso vede tutti d'accordo". I quattro togati, inoltre si dicono "sin d'ora pronti a votare ogni proposta di modifica di circolare che consenta di valorizzare, per tutti, la congrua, positiva ed attuale esperienza professionale acquisita nell'esercizio delle funzioni, ritenendola un requisito preminente e non surrogabile" e affermano di ritenere "molto utile la reintroduzione delle cosiddette fasce di anzianità, al fine di valorizzare adeguatamente anche la durata della positiva esperienza professionale dei candidati ed evitare - concludono - lo 'scavalcamento' da parte di magistrati molto più giovani ben forniti di titoli vari spesso solo formali (le cosiddette 'medagliette')".

AGI

Foto © Imagoeconomica

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