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'Il movente non esiste, per questo si cercano i mandanti'
BOLOGNA. "La presenza a Bologna dei Nar non e' mai stata dimostrata. Abbiamo bisogno di Massimo Sparti per tenere su l'impalcatura". Lo ha detto l'avvocato Alessandro Pellegrini, uno dei due legali di Gilberto Cavallini, nel corso della sua arringa davanti alla Corte d'Assise di Bologna, che sta processando l'ex Nar per concorso nell'attentato del 2 agosto 1980. Pellegrini ha ricordato i "quattro chiodi" citati dal pm Enrico Cieri nel chiedere l'ergastolo per Cavallini, cercando di smontarli. Si tratta appunto delle dichiarazioni di Massimo Sparti, il principale accusatore dei Nar, del movente dell'omicidio di Francesco Mangiameli, leader siciliano di Terza Posizione ucciso perche' conosceva "sconcertanti responsabilita' sulla strage", della telefonata di Luigi Ciavardini a Cecilia Loreti, sua amica, per avvisarla di posticipare un viaggio a Venezia dal 2 al 3 agosto, e infine del fatto che l'alibi fornito dai Nar per il giorno della strage secondo la Procura e' fasullo. "A Massimo Sparti - ha detto Pellegrini - non crede nessuno, nemmeno i magistrati che lo hanno interrogato. Si e' difeso dando agli altri quello che volevano. Cieri ha detto che questo e' un processo indiziario, non c'e' la pistola fumante, ma non c'e' neanche la pistola, e in un processo indiziario e' necessario un movente". Poi, il legale si e' chiesto: "Ma qual e' stato il movente della strage? I Nar erano spontaneisti che facevano rapine, anche ai poliziotti, uccidendo, ma con il rischio di essere uccisi. Cosa c'entra una strage vigliacca come quella della stazione? Anche l'inferno ha le sue leggi, come il terrorismo. Un conto e' l'attentato individuale, un conto e' far saltare in aria gente che e' innocente. Il movente - ha concluso il legale - non esiste, per questo si va alla ricerca dei mandanti, perche' non c'e' movente per gli esecutori materiali".

ANSA

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