Al centro dell’arringa dell’avvocato di Scajola il fax inviatogli da Gemayel
di AMDuemila
Al processo contro l’ex ministro Claudio Scajola, accusato di aver aiutato la fuga in Medio Oriente del deputato Amedeo Matacena (condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa), la difesa rappresentata ieri in aula dall’avvocato Giorgio Perrone è tornata a parlare della tesi accusatoria inerente al fax inviato dall’ex presidente libanese Amin Gemayel avente come destinatario Scajola. Secondo il legale si tratterebbe di una “millanteria di Speziali. - l’imprenditore calabrese residente a Beirut accusato di procurata inosservanza della pena per avere favorito la latitanza dell'ex forzista Matacena per la quale ha patteggiato 12 mesi di carcere - Come si può mai pensare che un uomo politico di statura internazionale, come Amin Gemayel, possa recarsi in copisteria e scrivere ad un altro uomo delle istituzioni di “non preoccuparsi” per la vicenda Matacena. Affermare ciò è grottesco”. E ancora. “Se il Pubblico ministero ritiene che sia un elemento fondamentale perché non si è portato Amin Gemayel in tribunale a Reggio per fare chiarezza sulla paternità del fax: se l’abbia scritto lui o no. Quindi se tutta la vicenda non è una bufala allora Gemayel è concorrente nel reato. Ma non mi risulta - ha aggiunto l’avvocato Perrone - che sia stato né indagato né imputato: devo pensare che indagarlo sarebbe un evento internazionale non facilmente gestibile? Ma non ci piace assistere ad un’amministrazione della giustizia così, con due pesi e due misure”. Il legale ha poi puntato il dito su tutto l’impianto accusatorio “la verità è che tutta la vicenda non è vera, come non è vero che sia stato un comportamento di Scajola rilevante sotto la responsabilità penale”.
Foto © Imagoeconomica
Processo Breakfast. La difesa punta il dito contro la procura: ''Perche' non si e' portato Amin Gemayel in tribunale?''
- Dettagli
- AMDuemila-2