De Simone prenderà il posto di Romanelli, ma plenum si divide
Roma. Una donna, Vittoria De Simone, al posto di Maurizio Romanelli nel ruolo di procuratore aggiunto antimafia, cioè di "vice" del capo della Dna Federico Cafiero De Raho. Il "nuovo" Csm si adegua alle sentenze del Consiglio di Stato che per due volte consecutive aveva bocciato la scelta di nominare Romanelli, ora costretto a lasciare l'incarico che ricopre dal 2016. Ma non lo fa a cuor leggero. Così la decisione di nominare De Simone passa a maggioranza: la votano in 14 tra il relatore Fulvio Gigliotti (M5s), i togati di Unicost e di Magistratura Indipendente e i laici di Lega e Forza Italia. Mentre otto consiglieri (i togati di Area e di Autonomia e Indipendenza), capitanati dal relatore di minoranza Piercamillo Davigo votano ancora per Romanelli. Astenuti il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone e il laico Alessio Lanzi (Fi). De Simone è già in servizio alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo come sostituto procuratore ed è stata lei con il suo ricorso a innescare la procedura che oggi ha portato alla sua nomina. Nomina "imposta" dal "doveroso rispetto" della sentenza del Consiglio di Stato, come ha rilevato il presidente della Commissione Direttivi Gianluigi Morlini. Per la minoranza non si trattava invece di una strada obbligata. "Il Consiglio di Stato è stato tratto in inganno dalle precedenti delibere del Csm" ha sostenuto Davigo, per il quale solo Romanelli poteva vantare sia l'esperienza antimafia, sia antiterrorismo. Per questo scegliere ancora una volta lui non avrebbe significato "eludere il giudicato amministrativo".
ANSA
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