Dopo tweet su operazione a Torino, 'non ha leso indipendenza'
Roma. La polemica, nata a seguito di un tweet del ministro dell'Interno che si rallegrava per l'esito di un'operazione a Torino contro la mafia nigeriana, in realtà non ancora ultimata, si era trascinata per più giorni tra il titolare del Viminale e il procuratore Armando Spataro. Con prese di posizioni autorevoli e una bacchettata a Matteo Salvini del vicepresidente del Csm David Ermini, che aveva criticato l'uso di "toni sprezzanti" verso un "servitore dello Stato". Ora a sorpresa la Prima Commissione di Palazzo dei marescialli, all'unanimità, mette la parola fine alla vicenda, "assolvendo" il ministro dell'Interno e archiviando la richiesta dei consiglieri di Area di aprire una pratica a tutela di Spataro. Una decisione che è diventata definitiva, visto che sono scaduti i termini per impugnarla e portarla all'esame del plenum. Il tweet del vice premier aveva fatto infuriare Spataro (che alla fine dello scorso anno è andato intanto in pensione) per il "rischio di danni al buon esito dell'operazione", come aveva messo nero su bianco in un comunicato, invitando Salvini a evitare in futuro esternazioni simili. Il ministro si era risentito e non lo aveva nascosto. "E' inaccettabile dire che il ministro dell'Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro", aveva tuonato, accusando Spataro di avere mosso nei suoi confronti un "attacco politico".
A quel punto i consiglieri di Area (il gruppo che rappresenta i magistrati progressisti) avevano chiesto l'intervento del Csm lamentando l'uso da parte di Salvini di "toni da dileggio" ed "espressioni sgradevoli e delegittimanti" per il procuratore. Ma per la Prima Commissione, presieduta dal laico di Forza Italia Alessio Lanzi, non ce ne sono le ragioni. Dalle parole di Salvini "non risulta leso l'indipendente esercizio" delle funzioni giurisdizionali e "le espressioni adoperate dal ministro non appaiono costituire critica". E comunque "l'ampio spazio" che ha avuto il dibattito sulla vicenda sia dentro che fuori il Csm "ha già soddisfatto l'esigenza sottesa all'apertura della pratica a tutela", visto che ha posto "la necessità che il confronto istituzionale proceda sempre con toni misurati e nel rispetto dell'interlocutore".
"Sono perfettamente d'accordo con la prevedibile archiviazione della pratica. Figuriamoci se una frase di Salvini o di chiunque altro poteva ledere la mia indipendenza o quella di tutti i magistrati italiani!", reagisce con distacco Spataro, che nei giorni caldi aveva invece criticato il "silenzio" della giunta dell'Anm sulla vicenda.
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