ROMA. Regole di funzionamento più chiare per "prevenire situazioni incerte e conflittuali". Dopo tre anni di lavoro e cento audizioni di magistrati (dai procuratori generali ai sostituti procuratori), e a dieci anni dalla riforma dell'ordinamento giudiziario che ha ridisegnato in senso gerarchico gli uffici requirenti, il Csm ha approvato la nuova circolare sull'organizzazione delle procure. I procuratori potranno indicare criteri di priorità nella trattazione dei procedimenti, ma dovranno far partecipare tutti i magistrati dell'ufficio alla stesura del progetto organizzativo, su cui si esprimerà anche il Csm. E anche negli uffici requirenti, come accade già nei tribunali, dovrà essere garantito il benessere organizzativo di chi ci lavora, con "l'effettiva tutela della genitorialità e delle esigenze familiari dei magistrati" perché "condizioni di lavoro favorevoli contribuiscono a determinare maggiore efficienza". "Le periodiche fibrillazioni interne" alle procure, "che in questi anni sono state portate all'attenzione del Csm", pongono la "necessità di una maggiore chiarezza nella determinazione di regole di funzionamento in grado di prevenire delicate questioni interne agli uffici", sottolinea esplicitamente la relazione introduttiva alla circolare. "E' un risultato di eccezionale rilevanza che consente a ciascuna delle Procure Italiane di munirsi di progetti organizzativi all'interno di un quadro di regole rispettose delle prerogative spettanti ai Capi delle Procure a legislazione vigente e dell'autonomia di ciascuno dei Pubblici Ministeri", ha commentato il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, rivolgendo "un sentito ringraziamento" al Presidente Mattarella per "i suoi saggi suggerimenti, il suo sostegno, la sua alta vigilanza". E' una decisione che "consolida lo sforzo riformatore di questa consiliatura maturato collegialmente e con l'apporto di tutte le componenti consiliari togate e laiche". Questa circolare rappresenta "una sorta di potente antidoto alle teorie sulla separazione delle carriere", ha sostenuto il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, evidenziando come invece non si sia potuto intervenire "sul tema fondamentale di rompere l'intreccio tra Procure e settore dell'informazione, che dà luogo a quello che si chiama processo mediatico parallelo che spesso lede la dignità e i diritti fondamentali della persona". Le nuove norme conciliano le garanzie per i pm con "l'esigenza di coerenza e di coordinamento" delle indagini, esigenza "che è fondamentale nella lotta a criminalità e terrorismo", ha evidenziato il Pg della Cassazione Pasquale Ciccolo. E anche uno dei relatori, il togato di Unicost Francesco Cananzi ha evidenziato l'importanza della circolare "nel momento in cui si parla di separazione delle carriere e della istituzione di due Csm".
ANSA