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collica maria teresa 3Non si fa attendere la reazione dell’ex sindaco di Barcellona Maria Teresa Collica, già promotrice dell’esposto dal quale parti l’inchiesta sul Parco Commerciale, che su Facebook ribadisce la forza e la bontà di quell’atto.

Chi pensa che la sentenza di oggi cambi qualcosa nella battaglia, iniziata anni fa col supporto di altre associazioni e gruppi della societa civile, contro la realizzazione del parco commerciale in Contrada Siena, si sbaglia di grosso. Non tanto perché si tratta di una sentenza di primo grado, in teoria appellabile se non fosse per l’imminente prescrizione (dato comunque rilevante), quanto perché a motivare l’esposto è stata una ragione che prescinde dalla vicenda processuale, che avrebbe potuto anche mai celebrarsi. Il valore dell’esposto che presentammo sta sì nell’aver consentito alle autorità competenti di verificare se nei fatti descritti potessero riscontrarsi anche elementi di rilevanza penale, ma soprattutto nell’aver evidenziato l’inopportunità della realizzazione di una mega struttura commerciale con chi oggi in maniera definitiva è stato riconosciuto membro dell’associazione mafiosa, sia pure a tempo (con sentenza irrevocabile ciò è stato confermato fino al 1993). Che ci sia perciò chi grida allo scandalo davanti all’esito di questa sentenza è davvero ingiusto. Si muove l’accusa di aver bloccato un processo di sviluppo economico che senza il Nostro intervento sarebbe già avvenuto e che avrebbe regalato centinaia di posti di lavoro. E questa accusa è del tutto falsa. Il processo penale che si è celebrato infatti non ha bloccato proprio nulla. L’iter è stato semmai fermato da un ricorso amministrativo presentato da uno dei controinteressati alla realizzazione del parco, ricorso che è stato accolto. Quanto allo sviluppo mancato, si tratta di punti di vista. Il Nostro probabilmente sarà minoritario, anche se sempre più supportato da dati tecnici, ed è legato ad una visione diversa di sviluppo. Probabilmente per difendere idee come questa (per la loro impopolarità) ricoprirò difficilmente ancora ruoli istituzionali, ma sono contenta di aver provato a difendere il mio territorio da una operazione di dubbia valenza. Sono contenta perché convinta che il vero sviluppo debba avere altri presupposti e possa avvenire in altri settori e in altro modo. Sono contenta di avere trovato accanto a me persone fantastiche e associazioni attive e impegnate. Sono contenta di aver in ogni mio comportamento voluto ribadire che le scelte politiche devono farsi guidare anche da ragioni di mera opportunità e non trincerarsi dietro motivazioni che costituiscono spesso solo comodi alibi. Me lo ha insegnato un tizio di nome Paolo, che un giorno subì l’attacco da parte di una delle penne migliori di questa terra: Leonardo Sciascia. Questo lo ricordano tutti, quello che non aggiungono mai è che successivamente Sciascia chiese scusa. Perciò quanto è accaduto oggi non toglie nulla a ciò che è stato fatto e nulla a ciò che si farà.

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