Palermo. Il procuratore Pietro Scaglione, ucciso il 5 maggio 1971 con l'agente Antonio Lorusso, sarà ricordato il 6 maggio nell'aula magna del palazzo di giustizia di Palermo, in occasione del convegno su "L'assetto ordinamentale del Pubblico Ministero tra poteri e responsabilità" organizzato dal Centro siciliano di studi sulla giustizia. Scaglione, assassinato dalla mafia corleonese sulla quale stava indagando, si era occupato nella sua lunga carriera dei grandi casi del dopoguerra: dalla strage di Portella della Ginestra del primo maggio 1947, all'uccisione di sindacalisti, alla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Sulla strage di Portella aveva accreditato tra i moventi principali la "difesa del latifondo e dei latifondisti"; la lotta "ad oltranza" contro il comunismo che Salvatore Giuliano "mostrò sempre di odiare e di osteggiare"; la volontà da parte dei banditi di accreditarsi come "i debellatori del comunismo", per poi ottenere l'amnistia; la "punizione" contro i contadini che allontanavano i banditi dalle campagne. L'uccisione di Scaglione 46 anni fa è stata considerata da Paolo Borsellino e Giovanni Falcone come parte della strategia di Cosa nostra con la quale si colpivano gli investigatori più esposti per fermare le inchieste e per attaccare lo Stato.
ANSA