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ciancimino massimo web20Procura ha chiesto la conferma della pena a tre anni reclusione
Roma. La Procura della Cassazione ha chiesto ai supremi giudici della Prima sezione penale di confermare la condanna a tre anni di reclusione per detenzione di esplosivo nei confronti di Massimo Ciancimino, controverso testimone in processi di mafia - finito sotto accusa per calunnia - e figlio di Vito Ciancimino, il sindaco di Palermo con legami mafiosi morto nel 2002. Il Pg ha chiesto la conferma della condanna a due anni di reclusione (pena sospesa) anche per il coimputato Giuseppe Avara. Per la Procura della Suprema Corte i loro ricorsi devono essere dichiarati "inammissibili". La vicenda nasce nell'aprile 2011, dopo l'arresto per calunnia di Ciancimino. Nel giardino della sua abitazione, sottoterra, vennero trovati dei candelotti di tritolo. Inizialmente Ciancimino sostenne che gli erano stati consegnati da uno sconosciuto come forma di pressione per indurlo a interrompere la sua collaborazione con i magistrati. Ma le videocamere piazzate a sua insaputa dagli inquirenti, non avendo ripreso alcuna consegna di esplosivo, lo smentirono. Fu accertato che il tritolo l'aveva portato lo stesso Ciancimino da Bologna, in auto. Dall'indagine e' emerso che parte dell'esplosivo Ciancimino lo diede all'amico Giuseppe Avara perche' se ne disfacesse e quest'ultimo ha raccontato di averne buttato una parte in un cassonetto della spazzatura. Il tritolo eliminato, pero' non e' stato mai ritrovato, nonostante le ricerche fatte nelle discariche di Palermo. Tra stasera e domani si saprà se la Cassazione confermerà o meno il verdetto emesso il 19 novembre 2011 dal gup di Palermo. Il processo si prescrive nel 2021.

ANSA

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