Reggio Emilia: dopo il lungo post su Facebook, rilanciato dalla Gazzetta di Reggio, il Consiglio superiore della magistratura ha aperto una pratica in prima commissione per verificare eventuali profili di incompatibilità funzionale.
REGGIO EMILIA. Una pratica in prima commissione per verificare eventuali profili di incompatibilità funzionale. È quella che ha aperto il Csm nei confronti del presidente del tribunale di Bologna Francesco Maria Caruso, già presidente del tribunale di Reggio Emilia e tuttora presidente della Corte al processo Aemilia, in relazione al suo intervento per il "No al referendum", scritto su Facebook dal magistrato e pubblicato martedì scorso sulla Gazzetta di Reggio.
Il comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli ha trasmesso copia dell’articolo alla prima commissione, nonchè al procuratore generale della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, per le valutazioni di competenza.
Caruso, da poche settimane alla guida dell’ufficio giudiziario bolognese, nel suo post su Facebook aveva definito la riforma «fondata su valori del clientelismo scientifico e organizzato, del voto di scambio, della corruzione e del trasformismo».
Questo intervento, dopo la pubblicazione, ha scatenato polemiche in campo politico: il reggiano Pierluigi Castagnetti ha definito le parole di Caruso "deliranti"
LA REPLICA DI CARUSO. «L'articolo a propria firma apparso sull'edizione della Gazzetta di Reggio Emilia del 29 novembre 2016, non era destinato alla pubblicazione sul giornale, pubblicazione non richiesta né autorizzata, trattandosi di un testo 'privatò, scritto sulla propria pagina Facebook, destinato a un numero limitato di lettori».
È la precisazione, in una nota, del presidente del tribunale di Bologna Francesco Maria Caruso, dopo i commenti al suo intervento per il 'Nò al Referendum. «La pubblicazione - prosegue il magistrato - ha l'evidente scopo di sollevare una polemica giornalistica alla quale il ruolo istituzionale impone di rimanere estraneo».
Caruso, insediatosi a Bologna da poche settimane, «pur confermando integralmente i contenuti del messaggio», precisa «che le stesse idee e gli stessi concetti sarebbero stati presentati in forme diverse, se sin dall'inizio destinati al più ampio pubblico».
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In foto: il presidente del tribunale di Bologna Francesco Maria Caruso
Riportiamo di seguito l’articolo integrale che ha provocato l’apertura di una pratica da parte del Csm nei confronti del dott. Caruso: «Una riforma figlia della corruzione»