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Caltanissetta. "Siamo convinti della fondatezza della nostra ricostruzione. Sin da subito abbiamo ottenuto le misure di custodia cautelare del Gip con l'accoglimento delle richieste di rinvio a giudizio. Il quadro accusatorio continua a reggere, confermato da numerose sentenze". A dirlo all'AGI e' il procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari, il giorno dopo la sentenza al processo 'Capaci bis' sulla strage del 23 maggio 1992, con la condanna all'ergastolo di quattro dei cinque imputati e la previsione di un terzo processo con particolare attenzione al ruolo di Matteo Messina Denaro. Ma si continua a esplorare anche l'ipotesi di una 'mano' esterna a Cosa nostra, esclusa dall'accusa nel secondo processo sull'eccidio e al momento, sottolinea Lari, "solo un'ipotesi priva di fondamento nata dall'impulso proveniente dalla Procura nazionale. Eravamo in presenza solo di indizi che abbiamo esplorato fino in fondo, ma che continueremo a esplorare", con l'avvertenza che "teorema o sensazioni non possono entrare in un'aula del Palazzo di giustizia". Le indagini "continuano su altri binari. Ci sono altri tasselli che vanno reperiti per completare il quadro che va affinato ed implementato".

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