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Caltanissetta. "La strage di Capaci ha segnato un salto di qualita' non solo per Cosa nostra ma anche per la societa' civile. L'enormita' della tragedia ha segnato chiunque. Prima della tragedia Cosa nostra riguardava altri, con la strage di Capaci e' invece cambiato tutto. E' stata una strage voluta tenacemente e ferocemente dai capi di Cosa nostra, che e' un modello ancora presente. Si tratta un vero e proprio sistema come dimostra Mafia Capitale". Lo ha sostenuto durante la sua arringa, Alfredo Galasso, legale (insieme all'avvocato Licia D'Amico) dell'Associazione Antimafia "Antonino Caponnetto" e di Confindustra Sicilia, parti civili nell'ambito del secondo processo per la strage di Capaci in corso davanti la Corte d'Assise di Caltanissetta. Recentemente sono stati condannati - con due ergastoli e 30 anni di carcere - tre 'uomini del tritolo' giudicati con il rito abbreviato. "Mancava - ha detto l'avvocato Galasso - un tassello nella strage di Capaci. Esplosivo e portatori di esplosivo. Non e' un aspetto puramente tecnico. L'esplosivo lo hanno voluto i vertici di Cosa nostra e in particolare Toto' Riina. Doveva essere un attentato eclatante, doveva essere a Palermo e nel percorso che era solito effettuare Falcone. Non sono solo uomini senza onore ma anche senza patria e lo hanno dimostrato con gli attentati anche nel Continente". I legali dell'associazione Caponnetto e di Confindustria Sicilia, hanno chiesto non solo la condanna dei cinque imputati ma anche un risarcimento dei danni.

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