Dopo quasi 33 anni la scomparsa di Emanuela Orlandi è destinata a rimanere un mistero: non ci sono prove per indagare ancora. La sesta sezione penale della Cassazione ha messo una pietra sull’inchiesta, rigettando il ricorso della famiglia contro l’archiviazione chiesta dal capo della procura Giuseppe Pignatone e confermata dal gip. Era l’ultimo tentativo per conoscere la verità su una vicenda che si è incrociata con quella dell’attentato a papa Wojtyła e quella della banda della Magliana. Emanuela era figlia di un messo della prefettura della Casa pontificia; scompare il 22 giugno 1983, dopo essere uscita da una scuola di musica. Da allora si sono succedute due inchieste, la prima chiusa senza responsabili nel luglio ‘97. Sull’epilogo della seconda è giunto ora il visto della Cassazione.
Il Corriere della Sera