Milano. I giudici della settima sezione penale di Milano hanno condannato a pene fino a 20 anni di reclusione sei imputati, arrestati nel dicembre 2014 nell'ambito dell'inchiesta 'Rinnovamento' sulle infiltrazioni della 'ndrangheta a Milano. Tra gli episodi al centro dell'inchiesta, anche l'assegnazione del catering delle partite del Milan.
La pena più alta, 20 anni di reclusione, è stata inflitta a Vincenzo Martino, fratello di Giulio Martino, che sarebbe a capo della cosca milanese legata al clan di Reggio Calabria Libri-De Stefano-Tegano, che operava nella zona tra piazza Prealpi e viale Certosa. Un altro fratello del presunto boss, Domenico Martino, è stato condannato invece a 11 anni e 3 mesi di carcere. Tra le pene più elevate, la condanna a 14 anni e 10 mesi e a pagare una multa di 460 mila euro inflitta a Giovanni Deuschit e quella a 13 anni e 6 mesi inflitta a Alessandro Nucara.
Tra gli imputati, c'era anche l'ex poliziotto, Marco Johnson, finito a processo con l'accusa di corruzione e oggi condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere. Condannato, infine, a 2 anni e 3 mesi Cosimo Di Corato. I giudici hanno accolto, in sostanza, le istanze dei pm della Dda di Milano Marcello Tatangelo e Paola Biondolillo, che nelle scorse udienze avevano chiesto pene fino a 19 anni e mezzo di carcere. Le motivazioni della sentenza sono attese tra 90 giorni.
LaPresse