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Palermo. Condanne sono state inflitte dal Gup Sergio Ziino per 24 imputati nel processo scaturito dall'operazione "Reset" che a giugno dell'anno scorso ha portato in carcere 31 persone tra boss e gregari di Bagheria e della famiglie di Villabate, Ficarazzi, Altavilla Milicia e Casteldaccia. A inchiodarli, ancora una volta sono i pentiti: Stefano Lo Verso, Vincenzo Gennaro, ma soprattutto Sergio Rosario Flamia, uomo d'onore con contatti con i Servizi Segreti, che da mesi svela agli inquirenti i nuovi organigrammi della mafia di Palermo e provincia. Per gli imputati le accuse erano associazione mafiosa, estorsioni e, nel caso di Michele Modica ed Emanuele Cecala, omicidio. Il primo è stato condannato all'ergastolo e il secondo a trent'anni per l'uccisione di Antonio Canu freddato il 28 gennaio 2005 a Caccamo. Assolto Francesco Pipia, assistito dall'avvocato Salvo Priola, per il quale erano stati chiesti 10 anni. Queste le altre condanne: Salvatore Buglisi 3 anni e 6 mesi, Giuseppe Di Fiore 10 anni e 8 mesi, Giovanni Di Salvo 7 anni e 2 mesi, Giovanni Pietro Flamia 10 anni e 6 mesi, Carlo Guttadauro 5 anni e 4 mesi, Giovanni La Rosa 6 anni e 10 mesi, Atanasio Leonforte 10 anni e 6 mesi, Nicolò Lipari 10 anni e 6 mesi, Pietro Lo Coco 10 anni e 6 mesi, Andrea Lombardo 6 anni e 10 mesi, Vincenzo Maccarrone 4 anni e 8 mesi, Fabio Messicati Vitale 3 anni e 6 mesi, Bartolomeo Militello 3 anni e 6 mesi, Carmelo Nasta 3 anni, Francesco Pretesti 6 anni, Giorgio Provenzano 10 anni e 6 mesi, Francesco Raspanti 6 anni, Paolo Salvatore Ribaudo 10 anni, Giovanni Battista Rizzo 8 anni, Giovanni Salvatore Romano 6 anni e 4 mesi (condannato solo per 416 bis e assolto da tre ipotesi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, difeso dagli avvocati Jimmy D'Azzò e Giovanni Castronovo), Francesco Speciale 8 anni e 9 mesi, Francesco Terranova 6 anni e 8 mesi.

ANSA

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