Palermo. Il Ros pose ostacoli pretestuosi per scongiurare la cattura di Bernardo Provenzano. Ne sta parlando l'ex colonnello dei carabinieri Michele Riccio, teste al processo sulla trattativa Stato-mafia in corso davanti alla corte d'assise di Palermo. Riccio sostiene che, grazie alle confidenze del boss Luigi Ilardo, pronto a collaborare con la giustizia, era a un passo dall'arresto del padrino corleonese. Ilardo il 28 ottobre del 1995 annunciò che di lì a pochi giorni avrebbe incontrato il capomafia. Riccio avvisò l'allora numero due del Ros Mario Mori che " stranamente non ebbe alcuna reazione". La mancata cattura di Provenzano, per l'accusa, è uno dei capitoli del patto stretto da pezzi dello Stato con la mafia. Il boss che avrebbe avuto contatti col Ros, infatti, avrebbe patteggiato, tra l'altro, la sua impunità, in cambio della fine delle stragi. Riccio ha raccontato di avere comunicato al Ros di Mori tutti i dati utili per la cattura: Ilardo, che sarà poi ucciso, incontrò il capomafia il 31 ottobre in un casolare di Mezzojiuso, nel palermitano. I carabinieri sostennero, però, che organizzare un blitz in pochi giorni non era possibile e nei giorni seguenti, nonostante, Riccio gli avesse indicato il luogo dell'incontro tra Ilardo e Provenzano e fornito indicazioni sui favoreggiatori, avrebbero opposto scuse pretestuose per non intervenire. Oltre a indurlo a non fare relazioni di servizio sulle confidenze ricevute da Ilardo.
ANSA
Stato-mafia: teste, il Ros non volle catturare Provenzano
- Dettagli
- AMDuemila-1