29 ottobre 2014
Palermo. La deposizione di Napolitano è stata utile, ma non determinante e in parte deludente". Lo ha detto l'ex magistrato della Procura di Palermo Antonio Ingroia, intervistato questa mattina a Radio Città Futura dopo la testimonianza del Capo dello Stato nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. "Il risultato più importante è stato che il Presidente abbia detto che le bombe del '93 sono state un aut-aut della mafia contro lo Stato. È la conferma autorevole che i più alti vertici dello Stato sapevano di essere stati messi sotto scacco dalla mafia e che non sono state bombe di reazione o vendetta, ma bombe di ricatto - ha spiegato Ingroia - La deposizione è stata invece deludente sull'aspetto per me più importante, ovvero quello che riguarda l'ex consigliere giuridico del Quirinale, Loris D'Ambrosio (in foto). Mi sembra singolare che, di fronte a un lettera che riferiva un fatto enorme come gli "indicibili accordi" e che lo stesso Napolitano avrebbe definito dai toni drammatici, il Presidente non abbia ritenuto opportuno approfondirne il contenuto con lo stesso D'Ambrosio". Sull'udienza a porte chiuse, l'ex pm ha ribadito il suo disappunto: "Ogni processo deve essere un'udienza pubblica e questa doveva essere la più pubblica delle udienze. La carica più alta dello stato dovrebbe essere una casa di vetro, trasparente per il cittadino e non certo una sala oscura come quella in cui si è ospitata l'udienza, ma così non è stato”.
Ansa
Stato-mafia: Ingroia, Napolitano deludente su D'Ambrosio
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