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11 febbraio 2014
Bruxelles. La Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha dato oggi ragione a Bruno Contrada rilevando la violazione da parte dell'Italia del divieto di trattamento inumano e degradante nella detenzione di Contrada a dispetto delle sue ripetute richieste di clemenza per far fronte a problemi di salute. L'ex vicedirettore dei servizi segreti fu condannato alla reclusione nel 1996 per i suoi legami con la mafia. Nel 2007 Contrada richiese di porre fine o di sospendere la sentenza per motivi di salute, ma le sue richieste furono respinte. La Corte di giustizia di Strasburgo ha oggi deciso, sulla base dell'appello di Contrada, che l'Italia in questo caso ha violato l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che proibisce espressamente trattamenti degradanti. Contrada dovra' ricevere una compensazione di 15.000 euro dallo Stato italiano. La sentenza della Corte non e' definitiva e puo' essere soggetta ad appello nei tre mesi successivi alla sua pronuncia.

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