22 ottobre 2013
Oggi, all'aula bunker di Trapani, alcuni degli imprenditori dalle cui denunce scaturì, nella primavera del 2012 la brillante operazione della Squadra mobile di Trapani denominata Crimiso, hanno testimoniato in aula accompagnati da LiberoFuturo. Nel procedimento penale si sono costituite anche Addiopizzo, FAI (Federazione antiracket italiana) e Confindustria.
Il processo odierno si è svolto contro l'unico imputato che ha scelto il rito ordinario mentre per gli altri 11 si sta svolgendo con rito abbreviato.
Le denunce degli imprenditori disvelarono alcune estorsioni avvenute a Castellammare del Golfo, rappresentando un primo clamoroso e significativo segno di ribellione degli imprenditori locali.
Da allora LiberoFuturo ed il movimento antiracket hanno coltivato pazientemente questo primo segno di risveglio dall'inerzia e dall'indifferenza assistendo gli imprenditori lungo il percorso di ritorno alla normalità.
Sono stati organizzati eventi per la sensibilizzazione alla denuncia ed al Consumo critico antiracket e si sta creando un primo nucleo di imprenditori per costituire un'associazione antiracket capace di assistere chi denuncia e soprattutto di convincere tanti altri a farlo. Il nostro principio ispiratore è che a denunciare devono essere tutti. Riteniamo, infatti, che fino a quando avremo un imprenditore disposto a pagare e non denunciare il pizzo, ci sarà un estortore pronto a chiederlo.
Se a Castellammare abbiamo imboccato la strada giusta per liberarci dal racket, come testimonia la denuncia del presidente di Confindustria di agosto, rivolgiamo un appello a tutti gli imprenditori della provincia di Trapani affinché trovino il coraggio di ribellarsi anche loro sapendo che lo stato è in condizione di difenderli e che il nostro movimento non li lascerà da soli.
Imprenditri antiracket testimoniano nel processo Crimiso
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