27 settembre 2013
Caltanissetta. Si è concentrata sui verbali dei suoi stessi interrogatori in possesso del falso pentito di via D'Amelio, Vincenzo Scarantino, ancor prima che fosse chiamato a deporre, la testimonianza resa oggi in Corte d'assise a Caltanissetta nel processo "Borsellino quater" da Michele Ribaudo, un poliziotto che all'epoca delle stragi del '92 era in servizio alla Squadra mobile di Palermo e che fu poi addetto alla protezione di Scarantino. Una deposizione scandita da diversi "non ricordo", e che non ha apportato elementi di novità sul 'giallo' dei verbali: "Ritenevo che quei verbali li potesse avere. Non so chi glieli abbia consegnati", ha affermato il poliziotto.
Il teste ha dichiarato che spesso andava oltre i suoi compiti di vigilanza. "Considerato che Scarantino aveva difficoltà ad esprimersi -ha affermato- quando eravamo con lui nella sua abitazione, lo aiutavamo a leggere giornali e verbali. Facevamo gli assistenti sociali. Aiutavamo anche i bambini a fare i compiti e gli davamo indicazioni su come fare la spesa perchè Scarantino e la sua famiglia erano abituati a spendere ogni settimana anche 20 milioni delle vecchie lire provenienti dal traffico di droga. Questo l'ho appreso dallo stesso Scarantino", ha sostenuto Ribaudo, attualmente in servizio alla sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo. Il poliziotto ha sottolineato di non aver mai commentato con i colleghi quanto emerso dagli articoli della stampa sulle stragi Falcone e Borsellino: "Preferisco pensare alla mia vita privata", ha detto.
AGI