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maurodemauro.web23 aprile 2013
Palermo. E' ripreso oggi davanti alla Corte d'assise d'appello di Palermo il processo per il sequestro e l'omicidio del giornalista Mauro De Mauro, scomparso la sera del 6 settembre 1970 sotto la sua abitazione. In primo grado l'unico imputato, il boss mafioso Totò Riina era stato assolto dall'accusa di essere il mandante e l'organizzatore del sequestro e dell'omicidio del giornalista de L'Ora di Palermo. La sentenza era stata emessa dalla Corte d'assise di Palermo, presieduta da Giancarlo Trizzino, a oltre 40 anni dal rapimento del giornalista del quotidiano L'Ora di Palermo, il 10 giugno 2011. Dopo il ricorso presentato dalla Procura di Palermo, oggi ha preso il via il processo d'appello. Le indagini che portarono al processo di primo grado furono riaperte nel 2001, dopo le dichiarazioni rese dal pentito Francesco Di Carlo, ex boss di Altofonte: "De Mauro è stato ucciso perchè sapeva del fallito golpe Borghese. Lo seppellimmo alla foce dell'Oreto", aveva detto. De Mauro, prima di essere ucciso da Cosa nostra, era stato incaricato dal regista Francesco Rosi a ricostruire gli ultimi giorni di vita del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, morto in un incidente aereo. Forse il giornalista avrebbe scoperto qualcosa di importante e per questo fatto sparire. Un'altra pista, invece, collegava De Mauro, con un trascorso nella X Mas, al golpe del principe Junio Valerio Borghese del dicembre 1970, che forse prevedeva anche di una partecipazione di Cosa nostra. L'accusa nel processo d'appello e' rappresentata dal sostituto procuratore generale Luigi Patronaggio, lo stesso che nei giorni scorsi aveva ottenuto la condanna in appello a sette anni dell'ex senatore Marcelo Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Anche in appello i familiari di De Mauro si sono costituiti parte civile. Il boss Riina è collegato in videoconferenza dal carcere in cui è detenuto e assiste alla relazione introduttiva.

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