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di Riccardo Lo Verso - 20 luglio 2012
Per la terza volta i pm chiedono l'archiviazione delle indagini su Giuseppe Ferdico. Per il legali (nella foto l'avvocato Roberto Tricoli) le accuse dei pentiti non sono mai state riscontrate.

Non c'è due senza tre. Per la terza volta la procura di Palermo chiede l'archiviazione per Giuseppe Ferdico, il re dei detersivi. La richiesta porta la firma del sostituto procuratore Gaetano Paci. Adesso sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere se chiudere il caso o meno.

L'attività di Ferdico è stata scandagliata dagli investigatori. La sua vertiginosa scalata imprenditoriale ha destato sospetti. Niente riscontri concreti, però, alle accuse di concorso in associazione mafiosa e riciclaggio. Da qui le richieste di archiviazione nonostante le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia su uno dei più noti imprenditori della grande distribuzione in città. In particolare, i pentiti misero a verbale che i fratelli Stefano e Angelo Fontana avevano utilizzato le attività di Ferdico per ripulire 400 milioni di lire. Il nome dell'imprenditore compariva pure in alcuni pizzini sequestrati a Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo. Si faceva riferimento ad assunzioni e pagamenti. Tutte accuse bollate come generiche e non riscontrabili.

Ferdico si è sempre definito una vittima. Altro che imprenditore a disposizione dei mafiosi. Ha ammesso di avere pagato il pizzo, anche sotto forma di assunzioni, “per quieto vivere”. Poi, nei giorni dell'operazione Gotha, saltò fuori che i mafiosi facevano la bella vita con i suoi soldi e Ferdico, assistito dagli Roberto Tricoli e Luigi Miceli Tagliavia, decise di dire basta.

Tratto da: livesicilia.it

 

 

 

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