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15 maggio 2012
Palermo. «Gli strumenti normativi attuali ci appaiono assolutamente inadeguati per colpire il patto di scambio politico-mafioso, ecco perchè invochiamo la sanzionabilità penale dell'accordo tra mafia e politica». È il monito del pm antimafia Nino Di Matteo, Presidente distrettuale dell'Anm di Palermo, nel corso della conferenza stampa del Progetto Legalità in occasione del ventennale delle stragi di mafia. In particolare la Fondazione chiede l'approvazione di una norma, che si dovrebbe chiamare 'Legge Borsellinò, in onore del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio, che prevede delle sanzioni per coloro, politici o imprenditori, che «stringono accordi con Cosa nostra, in cambio di promesse di utilità e favori di ogni genere per assecondare i desiderata delle cosche mafiose», come dice Di Matteo. Presenti alla conferenza stampa anche il pm Gaetano Paci, il giudice Giovambattista Tona, il giornalista Umberto Lucentini e il docente Costantino Visconti. «Se veramente si vuole dare un contributo concreti per scardinare il sistema di rapporto tra mafia e politica - ha detto il pm Gaetano Paci - la 'Legge Borsellinò può essere solo l'inizio. Basterebbe aggravare la formulazione del '416 ter' ».

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