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11 maggio 2012
Palermo. Dopo il tentativo di suicidio nel carcere di Parma del boss mafioso Bernardo Provenzano, questa mattina il capo mafia non è apparso in aula davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Palermo dove si celebra il processo per un triplice omicidio avvenuto nel 1981. Dal carcere di Parma è arrivata una comunicazione in cui si annuncia che il boss Provenzano non partecipa all'udienza in quanto «rinunciante». Ma il legale di Provenzano, l'avvocato Rosalba Di Gregorio, ha chiesto al presidente della Corte d'Assise d'Appello, Biagio Insacco di acquisire l'atto di rinuncia «recante la firma dell'imputato Provenzano». «Il fax arrivato è una semplice comunicazione arrivata dal carcere di Parma -spiega l'avvocato Di Gregorio all'ADNKRONOS- non si tratta di un atto di rinuncia formale, con la firma di Provenzano. Da qui la decisione di chiedere l'acquisizione dell'atto. Sul fax arrivato alla cancelleria della Corte d'Assise d'Appello di Palermo c'è scritto che Provenzano risulta »rinunciante« ma non c'è la firma del capo mafia. »Ho preso visione della comunicazione del carcere -ha spiegato l'avvocato durante l'udienza- e chiedo che sia acquisito l'originale della rinuncia a presenziare firmata dallo stesso Provenzano«. Il presidente Insacco ha ribadito che «ufficialmente non abbiamo alcuna notizia di un tentativo di suicidio dell'imputato Provenzano», ma ha fatto mettere a verbale che il legale del boss «avendo avuto modo di visionare la comunicazione proveniente dal carcere di Parma da cui risulta la rinuncia dell'imputato Provenzano, segnala la mancanza della firma dell'imputato e chiede l'acquisizione dell'atto di rinuncia con la firma del detenuto». Sempre nell'udienza di oggi il presidente Insacco ha formalizzato il «legittimo impedimento» di un altro imputato, il boss Pippo Calò, ricoverato in ospedale a seguito di un attacco cardiaco. Per questo motivo il processo per l'omicidio di Calogero Pizzuto, Michele Ciminnisi e Francesco Romano, uccisi il 23 settembre del 1981 è stato rinviato al prossimo 1 giugno. Il terzo imputato è il boss Toto Riina. In primo grado Riina e Provenzano furono condannati all'ergastolo, mentre Calò venne assolto. L'accusa è rappresentata dal pg Rosalba Scaduto.

Adnkronos

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