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"Incandidabile" anche per il secondo grado di giudizio dopo un primo stop da parte del Tribunale di Marsala. Il motivo? Non può concorrere a elezioni un candidato che è stato sindaco di un paese la cui amministrazione, è il caso di Salemi, è stata sciolta per mafia. Lui aveva detto: "Correrò lo stesso"

4 maggio 2012
Vittorio Sgarbi candidato sindaco di Cefalù bocciato per la seconda volta, anche dalla Corte d'Appello di Palermo. I giudici della prima sezione civile presieduta da Rocco Camerata Scovazzo hanno confermato, al termine della Camera di consiglio, che il critico d'arte ed ex sindaco di Salemi non potrà concorrerre alla poltrona di primo cittadino della storica cittadina siciliana sulla costa nord. Erano stati i legali di Sgarbi a presentare nei giorni scorsi il ricorso alla sentenza emessa lo scorso 20 aprile dal Tribunale di Marsala (Trapani) che aveva dichiarato Vittorio Sgarbi "incandidabile" in vista delle prossime elezioni amministrative, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Salemi guidato dallo stesso critico d'arte.

Sgarbi, già dopo la prima sentenza aveva annunciato: "Mi candido lo stesso, questa è solo la sentenza di primo grado e ce ne sono altre 3, l'appello, la Cassazione e la Corte di Strasburgo". "Mi candido a sindaco, questa è una sentenza tecnicamente insignificante. Sono e resto candidato fino alla sentenza definitiva, e questa non lo è" aveva annunciato all'Adnkronos dopo la sentenza di primo grado. E tornando a parlare della sua candidatura a sindaco di Cefalù aveva spiegato che "ogni valutazione di merito e non meramente formale come quella del Tribunale di Marsala, è rimandata alla Corte d'Appello di Palermo". Che è arrivata oggi e gli è sfavorevole.

E alla domanda su come si presenterà a sindaco a Cefalù se il tribunale di Marsala lo ha dichiarato incandidabile ha detto: "Intanto mi candido e se verrò eletto farò il sindaco poi, quando verrà emessa la sentenza definitiva, ne riparleremo". Nei giorni scorsi sulla candidatura di Sgarbi a sindaco di Cefalù si sono sollevate molte polemiche anche per la sua vicinanza a Giuseppe Farinella, cugino di un pregiudicato per mafia.

Anche in questo caso, a convincere per l'estromissione del critico dal voto di Cefalù è la norma del testo unico degli enti locali (l'art. 143) in base al quale non possono concorrere al primo turno elettorale utile gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose. E' il caso di Sgarbi che era sindaco di Salemi (Trapani) quando, a febbraio, i Comune è stato sciolto dopo una relazione degli ispettori ministeriali secondo i quali l'attività amministrativa era condizionata dagli interventi di Giuseppe Giammarinaro, coinvolto in una inchiesta culminata con il sequestro di beni per 35 milioni.


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