Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

27 aprile 2012
Palermo. La presunta trattativa per la resa e la cattura del boss Bernardo Provenzano entra nel fascicolo aperto dai magistrati di Palermo sul patto stretto tra Stato e Cosa nostra negli anni delle stragi del 92. Il pm Nino Di Matteo, che coordina l'inchiesta, in cui sono indagati oltre ai boss Totò Riina e Bernardo Provenzano, il generale dei carabinieri Mario Mori, il senatore Marcello Dell'Utri e l'ex ministro Dc Calogero Mannino, ha acquisito gli articoli di stampa che parlano di un contatto tra la Dna guidata prima da Pierluigi Vigna, poi da Piero Grasso, e un personaggio che si sarebbe offerto di fare da intermediario tra gli investigatori e Provenzano, pronto per la resa dopo più di 40 anni di latitanza. I pm che stanno indagando sulla trattativa che avrebbe avuto tra i punti proprio l'impunità del capo dei capi, valuteranno se approfondire la vicenda. Vigna in un'intervista, ha gettato acqua sul fuoco sostenendo che il fantomatico intermediario, "contattato dalla Finanza, si sarebbe rivelato un bluff".

ANSA

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos