24 gennaio 2012
Palermo. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il tributarista Gianni Lapis, convocato in Procura a Palermo per le dichiarazioni fatte nell'intervista rilasciata a Walter Molino e Stefano Bianchi per la trasmissione «Spazio Pubblico» di Michele Santoro. I pm Antonio Ingroia, Paolo Guido, Nino Di Matteo e Sergio Demontis volevano chiedere a Lapis a quali politici si riferisse quando ha detto: «Davamo soldi a tutti: ai vari onorevoli del centro, della sinistra e della destra». Lapis, presunto prestanome del sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino, oltre all'indagine sul riciclaggio del tesoro di don Vito, compare nell'inchiesta per corruzione aggravata che vede indagati il ministro dell'Agricoltura Saverio Romano, il senatore del Psi Carlo Vizzini e l'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro. Il tributarista, secondo l'accusa, avrebbe pagato delle tangenti agli indagati in cambio di favori per la società Gas di cui era amministratore delegato. «Parliamo solo di Romano - dice nell'intervista rilasciata ai due giornalisti, di cui è possibile ascoltare il sonoro sul sito di Santoro www.serviziopubblico.it - ma i soldi li davamo a tutti». Lapis esclude, però, che Romano possa averlo favorito: «Le mie attività - spiega - si riferiscono al '99, mentre lui viene eletto nel 2001». «I soldi - conclude nell'intervista - posso averli dati anche ad altri soggetti del Pd o a presidenti delle commissioni antimafia, soggetti corretti e idonei a sostenere le necessità della Sicilia».
ANSA