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7 novembre 2011
Palermo. Il pm di Palermo Nino Di Matteo, che indaga sulla trattativa tra lo Stato e la mafia, ha interrogato oggi il capo dell'ufficio detenuti del Dap (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) il magistrato Sebastiano Ardita. In particolare Ardita è stato sentito sui provvedimenti adottati nel '92 e nel '93 sul carcere duro ai mafiosi. A dicembre scorso Di Matteo e il procuratore aggiunto Antonio Ingroia avevano notificato personalmente al Dap un ordine di esibizione dei provvedimenti con cui, nel 93, venne disposta la revoca del 41 bis a un centinaio di boss - nello stesso anno si lasciò scadere il carcere duro ad altri mafiosi e in tutto il regime penitenziario speciale non venne rinnovato a più di 300 esponenti di cosa nostra - e di tutto il carteggio interno ed esterno relativo. Sul mancato rinnovo del carcere duro i magistrati nei mesi scorsi hanno interrogato i vertici del Dap di allora e l'ex guardasigilli Giovanni Conso che si è assunto la paternità esclusiva delle decisioni sul 41 bis. Per l'accusa prende sempre più corpo, però, l'ipotesi che proprio il carcere duro fosse tra i punti al centro della trattativa tra esponenti istituzionali e mafiosi. Ardita è stato sentito inoltre su alcune circostanze raccontate nel suo libro sulla trattativa 'Ricatto allo Stato«.

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