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Accuse alla Commissione antimafia di Milano per aver sottovalutato il caso. La replica: “Verbali inviati, nulla è stato ignorato”

Le indagini che riguardano i legami degli ultras di Inter e Milan con gli ambienti del crimine organizzato sono apparse fin da subito molto delicate, tanto da portare alla decisione di assegnare una scorta al pubblico ministero Paolo Storari, membro della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano. La prefettura - rende noto “Il Fatto Quotidiano” - ha disposto un servizio di scorta di quarto livello, che prevede la presenza di due agenti armati e un'auto di protezione per almeno sei mesi. Storari sta lavorando a stretto contatto con la collega Sara Ombra, anch'essa sotto protezione per altre inchieste legate alle mafie. Entrambi stanno coordinando l’indagine che ha portato alla luce gli intrecci delle curve Nord e Sud dello Stadio di San Siro con la ‘Ndrangheta, indagine che ha già portato all’arresto di 19 persone che sarebbero coinvolte in traffici illeciti sia fuori che dentro lo stadio. Tuttavia, all’interno della richiesta di custodia cautelare emessa per i tifosi arrestati, Storari e Ombra hanno accusato la Commissione Antimafia del Comune di Milano di aver sottovalutato la questione. In particolare, hanno criticato una seduta del 15 marzo in cui erano stati ascoltati due dirigenti dell’Inter, sostenendo che le informazioni condivise in quell'occasione non erano state trattate con la dovuta serietà. Rosario Pantaleo, il presidente della commissione Antimafia comunale, ha reagito fermamente a queste accuse e ha difeso il lavoro svolto dalla sua commissione: “La sottovalutazione noi non l’abbiamo mai avuta, mai avuta, perché altrimenti non avremmo fatto la commissione. Noi non abbiamo sottovalutato perché sottovalutare significa non prendere atto di una cosa. Il verbale della commissione - ha proseguito Pantaleo - l’ho mandato alla Procura, questo non è automatico, l’ho deciso io perché ci deve essere trasparenza”. E aggiunge: “La parola sottovalutazione è stata usata come dire ‘abbiamo un presidente che è proprio fesso’, ma non lo sono proprio per niente. La Procura sapeva quello di cui ci stavano parlando in commissione. La mia è un’uscita di orgoglio perché farmi prendere per i fondelli è una cosa che non mi piace”.

Foto © Imagoeconomica

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