La corrosione che ha fatto crollare il ponte Morandi a Genova (14 agosto 2018, 43 vittime) è stata causata da umidità esterna e non da fattori endogeni. E' la sintesi di una nuova consulenza che la procura ha depositato all'ultima udienza, prima della pausa estiva, del processo a carico di 58 imputati. La consulenza chimica è stata fatta per confutare le tesi dei consulenti di parte che in queste settimane hanno spiegato come le cause del crollo siano tutte da ricercare nel vizio occulto, l'errore di costruzione degli anni '60.
Com'è noto la posizione dell'accusa e degli stessi periti del gip è del tutto opposta: a generare la tragedia sarebbero state l’incuria e la mancanza di manutenzioni, che se eseguite avrebbero bloccato il processo di corrosione causato da agenti esterni.
Il processo ricomincerà l'11 settembre quando verranno sentiti gli ultimi esperti delle difese. Il 18 il collegio presieduto da Paolo Lepri deciderà se disporre un supplemento di perizia. Non sono state decise le date in cui alcuni imputati renderanno spontanee dichiarazioni. Tra questi ci dovrebbe essere Giovanni Castellucci, ex ad di Autostrade.
Foto © Imagoeconomica
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Ponte Morandi, nuova consulenza della procura: crollo derivato da corrosione esterna
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