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Svolta nelle indagini sull'omicidio di Giuseppe Salvatore Tutino (63 anni), il cui corpo carbonizzato e' stato trovato all'interno di un'auto bersagliata da colpi di fucile tra le campagne di Calimera, frazione di San Calogero, nel gennaio 2022.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia e del Reparto Crimini Violenti del Raggruppamento Operativo Speciale hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, uno dei quali già detenuto.

Entrambi, secondo gli inquirenti, sarebbero vicini ad ambienti criminali del rosarnese. Gli investigatori avrebbero ricostruito le dinamiche dell'accaduto: l'esplosione ravvicinata di numerosi colpi d'arma da fuoco, l'agguato mediante inganno per indurre Tutino ad allontanarsi dalla propria abitazione e l'eliminazione del cadavere per non lasciare tracce.

I due presunti autori dell'omicidio che conoscevano molto bene la vittima, in concorso con altri soggetti da identificare, avrebbero infatti con mezzi meccanici scavato una buca dove avrebbero collocato e dato alle fiamme l'auto dove c'era ancora il cadavere per "farlo sparire" definitivamente.

E' stato accertato che la morte del Tutino e' avvenuta a causa dell'esplosione di almeno due colpi di fucile caricato a pallettoni cal.12 Gauge. A dare l'allarme nel tardo pomeriggio del 17 gennaio 2022 ai Carabinieri di San Calogero è stato il proprietario di un fondo agricolo a "Barile", nei pressi del torrente "Mesima", che delimita il confine tra la provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia. L'uomo si era accorto della presenza anomala di solchi di pneumatici. Seguite le tracce si e' imbattuto in una Fiat Panda bruciata e in un forte odore di materiale in decomposizione. I primi accertamenti sulla targa, parzialmente distrutta dalle fiamme, hanno consentito di risalire subito al proprietario dell'autovettura poi identificato nella persona scomparsa di cui aveva fatto denuncia la figlia il 17 dicembre 2021. Le indagini hanno svelato fin da subito un possibile intreccio criminale tra gli autori e la vittima nell'ambito dello spaccio e della produzione di stupefacenti. All'origine del delitto potrebbe esserci un debito qualche decina di migliaia di euro che la vittima vantava nei confronti di uno dei due indagati, sempre per motivi legati alla produzione di stupefacenti.

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