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Cracolici: “Nelle periferie l'antistato si è sostituito allo Stato. L'antimafia sociale è la nostra frontiera”

Contrastare le dipendenze, il disagio e la povertà educativa con un approccio in grado di integrare i servizi socio sanitari del territorio in un momento in cui il consumo di stupefacenti interessa un numero crescente di minorenni. È il senso del progetto presentato oggi dalla commissione regionale Antimafia che prevede lo stanziamento di un bando da 5 milioni di euro avviato dall'assessorato alla Famiglia da ripartire agli enti del terzo settore per iniziative a favore dell'inclusione sociale nelle aree di maggior rischio in ciascuno dei 4 distretti di competenza delle corti d'appello e dei tribunali per i minorenni. “Nelle periferie l'antistato si è fatto modello sociale sostituendosi allo Stato, noi dobbiamo spezzare la solitudine delle famiglie – ha detto il presidente della commissione Antimafia, Antonello Cracolici – la sfida della commissione è conoscere la mafia per contrastarla anche sul piano sociale, per questo abbiamo voluto coinvolgere le realtà del territorio nello stesso istituto dove l'ultimo raid vandalico era stato siglato da una bottiglietta di crack lasciata in un'aula. Le scuole sono un avamposto dei territori, ma dobbiamo schierare le istituzioni per attrezzare delle risposte contro un'emergenza nuova che interessa tutta la Sicilia”.
Un approccio multidisciplinare che proverà a colmare il ritardo culturale e la mancanza di coordinamento tra enti, terzo settore e scuola e che spesso viene lamentato dalle famiglie per aiutare quanti sono nel tunnel delle dipendenze. Una 'filiera del consumo di stupefacenti' così lunga da creare problemi di dispersione scolastica, sicurezza, povertà.
Tra i presenti, c'era anche Francesco Zavatteri, padre di Giulio, il giovane palermitano ucciso dal crack a cui oggi è intitolato un centro per il contrasto alle dipendenze. “Un pioniere della mobilitazione delle famiglie – lo ha definito il presidente Cracolici – il bando presentato oggi servirà a offrire servizi di prossimità integrati con un'organizzazione più flessibile. Serve una spinta sociale per realizzarlo. L'antimafia sociale è la frontiera indicata dalla commissione”.

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