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Un regolamento di conti relativo alla gestione delle piazze di spaccio. È per questo che, lo scorso 8 marzo a Sant'Antimo, nel napoletano, è stato ucciso Antonio Bortone, un ragazzo di 25 anni. A ricostruire la vicenda sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Castello di Cisterna che hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura Distrettuale Antimafia di Napoli. Colpiti dal provvedimento: C. M., 34enne di Napoli - Scampia, V. G., 31enne, L. M., 23enne, entrambi di Sant'Antimo, e C. F., 31enne di Grumo Nevano, accusati di omicidio e tentato omicidio, reati aggravati dalle modalità mafiose: sono tutti ritenuti vicini al clan camorristico Ranucci. Durante l'agguato venne ferito anche un 29enne, Mario D'Isidoro. Gli investigatori hanno spiegato che, all'indirizzo dei due, vennero esplosi numerosi colpi di arma da fuoco (sul posto sono stati ritrovati 17 bossoli) che avevano ferito mortalmente Bortone, lasciato riverso a terra nel cortile di un complesso residenziale di via Solimene, e ferito D'Isidoro, il cui borsello indossato a tracolla aveva deviato la traiettoria di alcuni proiettili. Quest'ultimo, dopo un breve ricovero all'ospedale di Aversa, è stato dimesso. 

Foto © Imagoeconomica

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