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I Finanzieri del Comando Provinciale hanno dato esecuzione ad un decreto di confisca, in applicazione della normativa antimafia, di 9 fabbricati e 44 terreni ubicati nelle province di Rimini e Pesaro-Urbino, 6 società con sede legale in Rimini (RN) e provincia - operanti nei settori della costruzione di edifici residenziali e non residenziali, commercio al dettaglio di materiali da costruzione, fabbricazione di computer e unità periferiche - disponibilità finanziarie per 210 mila euro e crediti per oltre 1 milione e 900 mila euro derivanti da lavori eseguiti usufruendo dei c.d. "bonus 110%" e "bonus facciate" per un valore complessivo stimato di oltre 14 milioni di euro nei confronti di un italiano stabilmente dimorante da diversi anni nella provincia di Rimini. I beni sono stati affidati in custodia ad un Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale felsineo. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo emiliano, su proposta della Procura della Repubblica di Rimini, che, in considerazione del profilo criminale, dell'esiguità dei redditi dichiarati e dell'evidente sproporzione rispetto al patrimonio acquisito nel tempo, ha ritenuto che il pregiudicato - considerato socialmente pericoloso, per il tenore di vita sostenuto - potesse vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose. È stata, quindi, confermata la misura anticipatoria del sequestro eseguita lo scorso ottobre su proposta dell'Autorità Giudiziaria romagnola. Al pregiudicato è stata anche applicata una misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di Rimini. La confisca in questo caso, conclude la Finanza, assume un valore anche "sociale", poiché consente di restituire alla collettività le ricchezze accumulate nel tempo dalla criminalità.

Fonte: Agi 

Foto © Imagoeconomica

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