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Dopo le intimidazioni e le richieste estorsive al titolare di un ristorante, per le quali c'erano già stati i primi arresti a maggio del 2022, e le pressioni incessanti ai danni della vittima in modo che quest'ultima abbandonasse la gestione del locale pubblico e consentisse a uno degli arrestati di espandere una attività commerciale adiacente, hanno cercato di indurlo a ritrattare le accuse.E' quanto hanno ricostruito i carabinieri di Trani che, questa mattina nel corso dell'operazione 'Corvo', hanno arrestato nove persone, indagate a vario titolo, per più episodi di estorsione consumata e tentata, incendio, violenza privata e minacce, con l'aggravante del metodo mafioso. Al blitz hanno partecipato una cinquantina di militari del Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani, supportati da personale del Nucleo cinofili di Modugno che hanno eseguito nelle province di Bat e di Foggia una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari-Direzione Distrettuale Antimafia.Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, hanno avuto inizio a dicembre 2020 sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trani, a seguito dell'incendio dell'auto del titolare di un esercizio pubblico in una centralissima piazza del centro storico di Trani ed avevano già portato a maggio 2022, all'esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Trani nei confronti di tre persone destinatarie anche della misura cautelare eseguita oggi. Secondo l'accusa accolta dal gip il rogo doloso era scaturito a seguito del rifiuto da parte della vittima di aderire ad una richiesta estorsiva reiterata nel tempo e risalente già all'estate del 2020 finalizzata ad ottenere denaro per l'assistenza in favore dei detenuti. Le richieste estorsive, secondo la tesi accusatoria, non si sarebbero limitate alle sole somme di denaro. Attraverso una serie di pressioni protratte nel tempo e l'intervento di altri due indagati, sarebbero state poste in essere anche condotte finalizzate ad abbandonare il locale pubblico gestito dalla vittima, al fine di poter espandere la attività commerciale riconducibile ad uno degli arrestati proprio accanto al ristorante. Dagli approfondimenti della Dda di Bari, sono emerse ulteriori richieste estorsive che sarebbero state avanzate ai danni del titolare del locale, nonché le intimidazioni compiute da personaggi ritenuti vicini agli arrestati e finalizzate a fargli ritrattare le accuse mosse nei loro confronti, con il ricorso alla metodologia mafiosa. Il risultato conseguito costituisce l'ulteriore sviluppo dell'azione di contrasto ai fenomeni criminali estorsivi nella città di Trani, culminata nel luglio 2021 con l'indagine denominata 'Medusa', quando vennero eseguite misure cautelari nei confronti di 14 persone, ritenute responsabili, tra l'altro, di associazione mafiosa e di 17 estorsioni perpetrate secondo un consolidato sistema di 'dazione ambientale'. Cinque degli arrestati sono stati condotti in carcere e 4 posti ai domiciliari nelle loro abitazioni.

Fonte: adnkronos

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