Il Consiglio dei ministri "ha deliberato il rientro dalla posizione di disponibilità del dirigente generale di pubblica sicurezza Renato Cortese, per il conferimento delle funzioni di Direttore dell'Ufficio centrale ispettivo del Ministero dell'interno". Cortese, notissimo per avere arrestato l'imprendibile boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano, ma anche mafiosi del calibro di Giovanni Brusca e Gaspare Spatuzza, era stato rimosso dall'incarico di questore di Palermo dopo la condanna in primo grado per il caso del trattenimento e dell'espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, e della figlia Aula. Condanna poi ribaltata nel processo d'appello, nel quale è stato assolto con formula piena.
Un riscatto anche morale che è arrivato anche con il conferimento della cittadinanza onoraria di Palermo.
Nello specifico a giugno di quest’anno è arrivato il verdetto d’appello: assolto "perché il fatto non sussiste”. Cortese e gli altri imputati - tra cui Maurizio Improta, anche lui rimosso dal precedente incarico dopo il primo verdetto e in seguito all’assoluzione nominato questore di Trento - hanno visto così riconosciuta l’innocenza.
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