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Era ubriaca Julia Bravo, la soldatessa americana, 20 anni appena compiuti, che nella notte tra sabato e domenica, ha travolto e ucciso, con la propria auto, un ragazzo di 15 anni, alle porte di Pordenone, aveva un tasso alcolico di 4 volte superiore al limite consentito. Un elemento che aggrava le accuse nei suoi confronti: la donna, aviere, è agli arresti domiciliari nella Base Usaf di Aviano, dove presta servizio da qualche mese, per la pesante accusa di omicidio stradale aggravato da guida in stato d'ebbrezza. A vigilare sul rispetto della misura sono i Carabinieri in servizio all'aeroporto italiano "Pagliano e Gori", e la polizia militare Usa del 31 Fighter Wing. Sono decine i messaggi lasciati da amici, conoscenti o semplici cittadini che ricordano Giovanni Zanier, investito e ucciso, mentre era sulla pista ciclabile, da una delle pochissime auto in transito a quell'ora della notte. Illesi gli amici, che camminavano a un paio di metri di distanza: "Lo abbiamo visto volare in avanti - le loro parole - nei primi istanti si era anche rialzato in piedi, ma ha perso conoscenza qualche secondo dopo". Come si legge nei verbali dei Carabinieri, il ragazzo è spirato alle 4, un'ora e mezza dopo il suo arrivo in ospedale. Quanto alle attività processuali, la Procura ha chiesto la convalida dell'arresto in flagranza. Dai rilievi dei militari dell'Arma è stato accertato che la giovane soldatessa arrivata in prossimità della rotatoria ha inspiegabilmente accelerato, centrando il ragazzo che conduceva a mano la bici di un conoscente, rientrando a casa dalla discoteca. Cosa succederà nelle prossime settimane, al termine dell'attività investigativa, lo ha spiegato il Procuratore della Repubblica di Pordenone, Raffaele Tito: "Al momento dell'esercizio dell'azione penale, il ministro della Giustizia italiano può, a discrezione o su richiesta della base americana, attivare il difetto di giurisdizione e consentire così all'indagato statunitense di essere processato nel proprio Paese". Una opzione, "in capo al ministro, è operativa in base ai trattati internazionali sulla giurisdizione dei militari Nato in Europa". Opzione applicata nel 1998, quando un caccia decollato proprio dalla Base di Aviano tranciò i cavi della funivia del Cermis, provocando 20 morti. Per quell'evento nessuno pagò: la Corte marziale americana sottopose a processo l'equipaggio che venne assolto dalle accuse di omicidio involontario e per negligenza secondo l'ordinamento statunitense. In seguito pilota e navigatore furono riconosciuti colpevoli di ostruzione alla giustizia e condotta inadatta a un ufficiale, ma solo per aver distrutto il nastro video registrato sull'aereo. I due vennero congedati d'autorità dal corpo dei Marines. La questione odierna - hanno spiegato esperti di diritto - è qui molto diversa dal momento che la soldatessa ha commesso il reato fuori servizio: se in Italia la pena per omicidio stradale con questo tipo di aggravanti può variare dagli 8 ai 12 anni, in alcuni Stati degli Usa può arrivare perfino a 30 anni. Presto si saprà se il governo Usa chiederà di procedere con il giudizio della propria connazionale.

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