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La sera del 12 novembre è morto dopo 9 giorni di coma al Policlinico Bufalini di Cesena Antonino Di Dato, il 45enne napoletano rimasto vittima di un brutale pestaggio lo scorso 3 novembre in un albergo di Marina Centro a Rimini. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo era stato assalito dal gruppo all’interno della camera d’hotel in cui alloggiava, gli aggressori lo avrebbero ripetutamente colpito alla testa e al torace anche con un bastone di ferro. Secondo le testimonianze l'aggressione sarebbe durata per oltre 20 minuti. Un vero e proprio raid punitivo da una banda formata da quattro persone, di cui tre sono state arrestate proprio in concomitanza con il suo decesso: si tratta di due italiani di 53 e 35 anni e di un cittadino croato di 42. Resta invece tuttora ricercato all’estero un bosniaco di 45 anni.
La Squadra mobile, diretta dal vice questore aggiunto Mattia Falso, stava già svolgendo una serie di indagini avviate dopo la violenza, ma con la morte della vittima si è deciso di fermare gli indagati. I provvedimenti sono stati emessi dal procuratore aggiunto di Rimini, Paolo Gengarelli, per evitare il rischio di fuga dei presunti assassini. Antonio Di Dato era considerato un personaggio di rilievo nel panorama criminale romagnolo ed era finito al centro di un’inchiesta in quanto componente del clan Romanelli che nel 2019 si rese protagonista di una guerra tra cellule di camorristi (l’altra era quella dei Contini) per assicurarsi diversi affari nel riminese. Al momento le ragioni alla base del blitz contro di lui sono ancora da chiarire, ma gli inquirenti sono convinti si tratti di una spedizione punitiva per un debito insoluto.

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