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Azione Civile e il presidente Antonio Ingroia, ex pm e oggi avvocato antimafia, con profondo dolore e tristezza in questi giorni si sono uniti a tutti coloro che hanno espresso alla figlia Cecilia e alla comunità di Emergency il cordoglio per la morte di Gino Strada. Una straordinaria figura di impegno civile, sociale, umano, coerente per tutta una vita che si staglia gigante davanti alle troppe miserie e alle piccolezze degli stagni putrescenti di questo Paese, troppo spesso invischiato nel peggio possibile, che anche in questi giorni di dolore si sono scagliati contro il dottor Strada. L’obbedienza non è più una virtù ammoniva già decenni fa don Lorenzo Milani. Vale ancor più di oggi all’omologazione, al compromesso interessato, alla corruzione di ogni ideale e battaglia. Gino Strada non ha mai obbedito a nessuna convenienza, a nessun intruppamento di consorterie e bottega.
Vent’anni fa abbiamo cercato di affermare che un altro mondo è possibile. L’impegno di Gino Strada e di Emergency da tanti anni ci ricorda due cose fondamentali: che questo mondo è impossibile e che un altro mondo già esiste. Il mondo delle vittime, dei senza voce, dei malati, degli ultimi e degli emarginati di ogni latitudine. Questo mondo è impossibile ed è destinato solo a peggiorare sempre più, a veder aumentare le ingiustizie e le disuguaglianze, a cancellare i diritti umani e a rendere ogni diritto solo privilegio per pochi. Tornano alla mente le parole profetiche di padre Ernesto Balducci negli anni della seconda guerra del Golfo scatenata da Bush padre e della guerra nei Balcani: dentro la fortezza dei ricchi e potenti, delle super potenze militari ed economiche siamo milioni a sentire il dovere di abbattere le mura – delle guerre, del traffico di armi, del dominio neoliberista – della fortezza e camminare insieme ai miliardi di vittime, emarginati, sofferenti della globalizzazione. La globalizzazione delle guerre, della sanità privilegio per pochissimi mentre tutti gli altri vengono condannati alla sofferenza, a non poter essere curati adeguatamente, a morire. L’attuale emergenza sanitaria lo conferma e ha mostrato drammaticamente la realtà: il massacro della sanità pubblica, l’incapacità della “politica di palazzo” di guardare oltre gli interessi di alcuni è responsabile delle migliaia e migliaia di morti e dei milioni di invisibili.
Il cordoglio è emozione di un momento, di questi giorni. Il corpo di Gino riposerà per l’eternità, piangiamo oggi il compagno di tante battaglie per la giustizia, il diritto alla salute e tutti i diritti umani, contro le guerre e i traffici di armi, che ci sostenne durante l’esperienza di Rivoluzione Civile riconoscendoci all’epoca l’unica forza politica coerentemente in difesa dell’articolo 11 della Costituzione. Le lacrime del commiato si asciugheranno, quelle dei milioni di malati e deboli in Italia, in Europa e nel mondo non cesseranno. A loro va il nostro sguardo, a loro il nostro impegno. Con Gino nel cuore, sentendo la necessità di impegnarci con ancora più forza, tenacia e coerenza. Sottoscriviamo le parole di Moni Ovadia: per rendere onore a Gino Strada si devono sostenere le sue iniziative. Torniamo a denunciare gli immensi traffici verso la Libia, il sostegno alle milizie e alle mafie che torturano e imprigioniamo migranti che l’Italia e l’Europa continuano a riconsegnare a carnefici criminali, la Turchia, dittatura che nega ogni libertà, perseguita ogni dissidente e la stampa libera e massacra impunemente i curdi, l’Egitto, che oggi continua a tenere prigioniero illegalmente Patrick Zaky e mai nessuna giustizia renderà possibile dopo aver assassinato Giulio Regeni, l’Arabia Saudita, che continua a bombardare e massacrare la popolazione dello Yemen. E l’elenco potrebbe continuare. Quanto sta accadendo in Afghanistan è la disumana conferma delle denunce di Gino: basta aumento spese militari, basta partecipazione a scenari bellici, basta guerre per gli interessi economici, geopolitici ed energetici. Si restituiscano alla collettività, alla sanità e alla difesa dei territori (altro settore massacrato da tagli e privatizzazioni le cui conseguenze nefaste stiamo vedendo in queste settimane con gli incendi che stanno criminalmente attaccando tante regioni).

Foto © Imagoeconomica

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