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"Le informazioni contenute nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari confermano quelle che da tempo sono le nostre sensazioni, ovvero che la situazione delle manutenzioni fosse vergognosa, purtroppo non c'è nulla di nuovo sotto il sole, però adesso bisogna guardare al processo e per noi sarebbe fondamentale, una volta tanto, che non si confermassero i tempi tutti italiani della giustizia". Così Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo Vittime Morandi, a seguito della notizia della chiusura delle indagini per il crollo del ponte Morandi. "Quello che sottolineiamo - ha proseguito - è che noi abbiamo necessità di chiudere, intanto perché come immaginerete ogni volta che si parla di questi argomenti per noi è come riaprire una ferita e poi abbiamo visto con la strage di Viareggio a cosa possono portare tempi lunghi". Una ventata di ottimismo arriva però dai capi di imputazione: "Sono estremamente pesanti e più sono pesanti e più saranno lunghi i tempi di prescrizione, questo ci rincuora". "Oggi speriamo che il processo sia snello - ha aggiunto Possetti - anche perché quello che ci angoscia in questa vicenda è osservare che i media a livello locale sono sempre stati presenti e attenti ma mi pare che si stia allentando un po' l'attenzione a livello nazionale, e non è giusto perché questa cosa non impatta solo su di noi ma su tutti i cittadini e sul Paese, anche a livello economico".
Secondo Possetti, "dare giustizia significa anche dare speranza mentre, al contrario, se si permetterà che le persone continuino a delinquere e nessuno proverà a fermarle ci saranno altre morti, e ci saranno altre stragi". Nelle ultime settimane i membri del comitato Ricordo Vittime di ponte Morandi stanno cercando di valutare se sia possibile costituirsi parte civile al processo in maniera collettiva oltre che singolarmente.

Foto © Imagoeconomica

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