E' rimasto impressionato dal ricorso massiccio di scooter tra le strade in rivolta di Napoli Nicola Morra. "Davano proprio l'idea del pastore a cavallo che dirige il gregge. O meglio, il branco", ha affermato Morra a 'La Stampa'. "Quegli scooter suggeriscono che ci fosse una regia dietro i tafferugli? Sì, nell'irrazionalità di tante persone c'era anche una sapiente regia. È accertata la presenza di uomini del clan della Pignasecca, del Pallonetto, di Mezzocannone, dei Quartieri Spagnoli. A determinate organizzazioni criminali, e la camorra è una di queste, serve ottenere consenso sociale. Lì dove c'è un effettivo disagio, cavalcare la tigre è funzionale alla costruzione di un mito. Quel mito balordo del camorrista buono che protegge e tutela. In tante zone degradate del nostro Sud, purtroppo si sente dire con molta facilità che tutto sommato la mafia è buona". "Alla base c'è una battaglia del tutto legittima, in continuità con altre proteste dei giorni scorsi, di un gruppo meridionalista che ha voluto indire una manifestazione per segnalare il disagio economico vissuto da tante categorie produttive. E c'era anche, sottolineo anche, l'insofferenza verso l'enfasi di un certo governatore che di questi tempi ha assunto toni apocalittici. Ma d'altronde sappiamo che oggi, nella comunicazione politica, per certuni l'enfasi non è mai troppa. Preferiscono sollecitare l'emotività piuttosto che la ponderazione. Accanto a loro si sono aggiunti soggetti che tanti hanno associato immediatamente alla criminalità organizzata", ha concluso Morra.
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