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''Caro fratello il depistaggio ti ha ucciso due volte''. E' questo il titolo dell'intervento che Ilaria Cucchi, sorella del giovane ingegnere romano Stefano, ha scritto a 11 anni dalla morte del fratello, pubblicato su 'Il Domani'. ''Caro Stefano - scrive Ilaria - siamo di nuovo qui per l'undicesimo anno, l'inizio del tuo calvario. Tutto ha avuto inizio il 16 ottobre 2009. Quel giorno tu stavi già molto male. Portavi i segni delle conseguenze del feroce pestaggio che ti provocava tanto dolore. Avresti voluto tornare indietro di qualche giorno. Ti faceva quasi più male pensare a noi, alla nostra delusione e alla nostra angoscia che ci travolgevano riportandoci ai tempi bui della droga. Il 16 ottobre ti è stata tolta ogni possibilità di riscatto. Ed è stata tolta anche a noi. Sei stato condannato a morire da solo, nel dolore più atroce, in condizioni disumane e nella convinzione che noi ti avessimo abbandonato. Ci hanno impedito di vederti, sei giorni dopo sei morto''. "Il 21 ottobre - scrive ancora Ilaria - si terrà la prossima udienza del processo sui depistaggi che hanno alimentato falsità sulla tua morte. L'ennesima udienza di una vita trascorsa in Tribunale. Io, caro fratello mio, non ci sarò perché quello è stato il tuo ultimo giorno di vita prima che alle 6 di mattina del 22 si accorgessero che eri morto. L'avvocato Anselmo lo dice sempre 'la famiglia di Cucchi è stata condannata dai depistaggi a essere processata per tutta la vita'''.

Foto © Imagoeconomica

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